![]() |
![]() |
ANSA Il volume di questo giornalista, corrispondente di Repubblica da Londra, che esce domani edito da Laterza e si intitola «Parola del diavolo - Sulle tracce degli ex dittatori» (pp. 200 - 14,00 euro), raccoglie una serie di incontri con questi personaggi e, nel caso dei capi indiscussi dell'Albania e della Serbia, con le vedove Hoxha e Milosevic, oltre a una introduzione dell'autore. In quest'ultima si legge per esempio di Valentine Strasser, ex giovanissimo dittatore della Sierra Leone che a 30 anni aveva già perso il potere e con l'aiuto del governo inglese riuscì a iscriversi all'università di Warwich, da dove gli studenti però chiesero il suo allontanamento, e oggi vive come uno dei tanti senzatetto africani che girano per le vie di Londra dove, per esempio, una volta è stato picchiato da altri immigrati parenti di vittime del suo governo di terrore e sangue. A Orizio non ha permesso di raccontare il loro incontro.
Invece Egon Krenz, ultimo capo della Germania Est, successore di Honecker alla vigilia del crollo del Muro, si ritiene in debito con la storia. «Avevo degli ideali. Ero un politico e mi fanno passare per un killer», dice dalla sua cella, condannato a 6 anni e mezzo di carcere. Mentre Antonio Noriega si dice sicuro di non aver, grazie a Dio, «ancora finito di scrivere l'ultimo capitolo» della sua vita e quindi non si ritiene uomo del passato e dimenticato, come scrive a Orizio rifiutando l'incontro. Un pò diversa e capace di ben altre motivazioni e vicende, la storia degli ex capi di paesi del socialismo reale. Jaruzelski ricostruisce a Orizio la sua vita da figlio dell'aristocrazia terriera perseguitata dall'Urss a uomo di fiducia dei sovietici in Polonia ai tempi di Solidarnosc. La vedova di Hoxha, chiusa in una cella di Tirana, giustifica il marito stalinista e filomaoista e la sua politica che per mezzo secolo isolò l'Albania. Mentre la moglie di Slobodan Milosevic, Mira, che gli è stata accanto tutta la vita, anche nel partito, inserisce la loro vicenda all'interno di tutta la storia della ex Jugoslavia e conclude: «Mio marito è un'idealista».
|