Talk of the Devil
Parola del diavolo.

ANSA
28 giugno 2002
Libro di incontri, da Bokassa a Jaruzelski e Mira Milosevic
Che fine hanno fatto uomini che hanno avuto un potere totale e notorietà internazionale e oggi nessuno ricorda, dittatori come Bokassa o Amin, come Bay Doc o Menghistu, arrivando sino a Hoxha e Jaruzelski? Lo è andato a verificare Riccardo Orizio e lo racconta ora in un libro, dal quale risulta che nessuno di loro è pentito del suo passato.

Il volume di questo giornalista, corrispondente di Repubblica da Londra, che esce domani edito da Laterza e si intitola «Parola del diavolo - Sulle tracce degli ex dittatori» (pp. 200 - 14,00 euro), raccoglie una serie di incontri con questi personaggi e, nel caso dei capi indiscussi dell'Albania e della Serbia, con le vedove Hoxha e Milosevic, oltre a una introduzione dell'autore.

In quest'ultima si legge per esempio di Valentine Strasser, ex giovanissimo dittatore della Sierra Leone che a 30 anni aveva già perso il potere e con l'aiuto del governo inglese riuscì a iscriversi all'università di Warwich, da dove gli studenti però chiesero il suo allontanamento, e oggi vive come uno dei tanti senzatetto africani che girano per le vie di Londra dove, per esempio, una volta è stato picchiato da altri immigrati parenti di vittime del suo governo di terrore e sangue. A Orizio non ha permesso di raccontare il loro incontro.

Invece Egon Krenz, ultimo capo della Germania Est, successore di Honecker alla vigilia del crollo del Muro, si ritiene in debito con la storia. «Avevo degli ideali. Ero un politico e mi fanno passare per un killer», dice dalla sua cella, condannato a 6 anni e mezzo di carcere. Mentre Antonio Noriega si dice sicuro di non aver, grazie a Dio, «ancora finito di scrivere l'ultimo capitolo» della sua vita e quindi non si ritiene uomo del passato e dimenticato, come scrive a Orizio rifiutando l'incontro.
Sono però casi eccezionali, di gente che non ha messo da parte ricchezze per godersi il loro 'meritatò riposo, come fa la maggioranza dei loro colleghi, dei quali nessuno è pentito di quel ha fatto, lasciando una scia di sangue  e terrore, quando aveva tutto il potere nelle proprie mani.
Idi Amin Dada, grazie alla sua conversione all'Islam vive in esilio in Arabia saudita da dove continua imperterrito a occuparsi di oscure guerre africane. Bokassa, poi morto povero, ex imperatore del Centrafrica, si dice apostolo della Chiesa e ricorda il suo incontro col Papa. Menghistu continua a difendere la campagna di terrore rosso con cui sconvolse la sua Etiopia. Baby Doc Duvalier, che è riuscito a perdere la fortuna accumulata da Papà Doc, racconta del suo amore per le donne e i riti vudù anche dopo la sua fuga da Haiti.

Un pò diversa e capace di ben altre motivazioni e vicende, la storia degli ex capi di paesi del socialismo reale. Jaruzelski ricostruisce a Orizio la sua vita da figlio dell'aristocrazia terriera perseguitata dall'Urss a uomo di fiducia dei sovietici in Polonia ai tempi di Solidarnosc. La vedova di Hoxha, chiusa in una cella di Tirana, giustifica il marito stalinista e filomaoista e la sua politica che per mezzo secolo isolò l'Albania. Mentre la moglie di Slobodan Milosevic, Mira, che gli è stata accanto tutta la vita, anche nel partito, inserisce la loro vicenda all'interno di tutta la storia della ex Jugoslavia e conclude: «Mio marito è un'idealista».