La Nuova Sardegna È il ritratto di Idi Amin Dada fatto da Riccardo Orizio, giornalista del quotidiano «la Repubblica», che ha appena pubblicato per Laterza «Parola del diavolo». Una decina di incontri con ex capi di stato, dittatori, ras dei cinque continenti che Orizio ha visitato nel loro esilio per nulla dorato. Un viaggio nella memoria, nella storia del mondo che è anche un itinerario per i diversi paesi che li ospitano e li proteggono. C'è la Jedda assolata dove vive oggi Idi Amin, ma anche l'Africa di Mengistu, oggi esiliato in Zimbabwe, c'è la Francia del visionario Baby Doc già presidente di Haiti, appassionato di riti vodoo e di pannelli solari. Giornalismo d'inchiesta, ottime fonti documentali, ma anche il respiro lungo del narratore, che Orizio aveva già mostrato con «Tribù bianche perdute», il suo primo libro. «Non solo incontri in prima persona - spiega il giornalista - nel volume ci sono anche la moglie di Slobodan Milosevic, e la vedova di Henver Hodja, dittatore albanese. Quando è uscita l'intervista alla vedova di Hodja sul "Corriere della Sera", la polizia albanese mi ha arrestato. Hodja era stato rovesciato da Sali Berisha, già medico personale del leader sqipetaro. Difficile digerire un dittatore, difficile digerirne soprattutto l'ombra. Loro, - prosegue Orizio - "i diavoli" cui allude il titolo, sono visionari sopravvissuti, talvolta patetici talvolta coerenti fino alla fine. Molti, han trovato rifugio nel misticismo. Nessuno condivide le colpe che il loro paese e la comunità internazionale gli addossano».
Libro impegnativo, per nulla estivo. Perché l'ha fatto?
«Probabilmente Jadek Jaruzelsky, l'ex primo ministro polacco autore del "golpe" militare negli Ottanta. Un aristocratico che aveva subito anche la deportazione in Siberia, ma che proprio in Siberia aveva scoperto la sua fede comunista e il suo amore per la Russia. Un militare tutto d'un pezzo, un generale oggi sottoprocesso per alcune vicende accadute nel'70. Jaruzelsky vive dimenticato a Varsavia, con la rendita della sola pensione. Molti polacchi lo vedono come un liberticida, l'affossatore di Solidarnosc. Lui pensa, probabilmente in buonafede, di aver risparmiato massacri al suo paese».
C'è anche Mengistu: l'uomo che fece morire il Negus d'Etiopia, Hailè Selassiè... |